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La regolarità formale è la reale essenza?

L’annoso dibattito sulla regolarità formale, sui landmarks e sulle Costituzioni di Anderson come basi concrete dell’attività massonica, dibattito che, a fasi alterne, ha attraversato la storia dell’Istituzione, ha di nuovo preso il via nella realtà italiana. Purtroppo, però, il problema si è ridotto al come acquisire quel copyright di autenticità rilasciato dalla GLU inglese, per ottenere il quale ci si accapiglia e si spargono veleni, insinuazioni e si spia la vita privata altrui.

Si è perso il vero portato della regolarità massonica: l’osservanza dei suoi precetti. Per non parlare, poi del lungo e faticoso lavorio interiore che ci dovrebbe portare a vedere la luce interna, che ci dovrebbe portare a capire le diversità altrui, a vedere che dietro queste apparenze vi è un tutto unico.

Alcuni affermano che è dovere del massone intervenire nella società per renderla migliore, ma come faccio a costruire il Tempio esteriore se non sono in grado di costruire quello interiore? E come posso farlo se non comincio quel processo di studio, meditazione, conoscenza che parte dai simboli del Tempio e mi porta a vedere quel segreto che sta dietro le sue mura e, in realtà, dentro il mio Tempio? Cosa resta della Massoneria come scuola iniziatica, se molti massoni di alto grado considerano tutta la sua valenza simbolica, che ne costituisce la vera ricchezza, il vero portato di una lunga tradizione storica, come un vecchio ciarpame? Ecco che aprire il Tempio ai profani, operare attivamente nel mondo, finisce per essere il veicolo di contaminazione con il peggio della profanità.

Si finisce così per aprire il Tempio o solo alle persone di ceto economico elevato, in quanto le uniche in grado di intervenire nei gangli sociali, o solo alle persone di elevata cultura, perché fanno fare bella figura alla loggia con tavole di elevato spessore culturale, ma che si riducono ad un mero sfoggio di erudizione.

Il tutto farcito di conferenze e cene, tali da prospettarsi come eventi sociali e mondani di alto livello, finendo un pò alla volta per allontanare quei Fratelli che cercavano nell’Istituzione qualcos’altro, qualcosa che rispondesse alle domande che avevano dentro.

Questi scontenti, pochi per definizione, se fanno udire il loro malcontento, vengono allontanati dagli altri, specialmente da quelli che vedono i loro gradi massonici come una sorta di status di superiorità sociale e gerarchica, non accorgendosi che, in realtà in questo modo ne sviliscono il portato esoterico e dimostrano che non hanno nemmeno lontanamente raggiunto il livello di maturazione che fasce, collari e grembiule indicano.

Il problema non è quindi il rispetto delle Costituzioni di Anderson alla lettera, non è la presenza o meno delle donne nelle Logge al pari degli uomini, confondendo la differenza di sesso con le differenti polarità, non è avere il riconoscimento inglese come sinonimo di massoneria D.O.C; il vero problema è vivere appieno la massoneria, praticare i suoi insegnamenti, crescere nella conoscenza esoterica, in estrema sintesi essere massoni.

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